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Liste d'attesa, l'attacco dell'Anaao

"E' un decreto che a nostro avviso oggettivamente non risolverà il problema delle liste d'attesa". Ne è convinto Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed.

"L'obiettivo che aveva questo decreto non verrà raggiunto, la montagna ha partorito un topolino. Era un decreto partito con delle intenzioni megagalattiche, è stato svuotato di contenuti economici, svuotato di contenuti innovativi, tranne la defiscalizzazione delle prestazioni aggiuntive che è un messaggio positivo.


Il problema è che è un decreto che, per risolvere il problema delle liste d'attesa, punta sul lavoro straordinario dei dirigenti medici e sanitari che già oggi lavorano più di 60 ore settimanali, al limite della legge europea sui riposi, e che per oltre il 67% del personale sono già in sindrome di burnout.


Quindi, nonostante le buone intenzioni, è un decreto che a nostro avviso oggettivamente non risolverà il problema delle liste d'attesa". Ne è convinto Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, commentando all'Adnkronos Salute, l'approvazione alla Camera della conversione in legge del decreto sulle liste d'attesa.


Gli aspetti organizzativi

"Sotto il profilo organizzativo ci sono elementi positivi quali la regionalizzazione del Cup, ma lì avremo poi problemi di attuazione perché più del 54% delle Regioni italiane hanno problemi di tipo telematico e di tipo tecnologico".


Per questo e altri motivi, "in sostanza il decreto non contribuirà per come voleva a risolvere in urgenza il nodo liste d'attesa - è la visione del segretario nazionale di Anaao Assomed - Non ci sono soldi, perché il Mef ha bocciato tutto ciò che c'era" sul fronte "economico. Un decreto fatto in urgenza che non ha risvolti economici, che in parte riprende normative già esistenti e in parte punta sul lavoro straordinario di chi già oggi sta lavorando eccessivamente, è normale che non produca effetti.


Noi avevamo consigliato invece di mettere quei pochi soldi per premiare il lavoro ordinario dei dirigenti medici. E per esempio di liberalizzare le reti formative dei medici in formazione perché - conclude - noi abbiamo 50mila specializzandi, unico caso al mondo, che sono in questo momento parcheggiati e ingabbiati nell'ambito delle università e non hanno possibilità di formarsi negli ospedali. Sarebbero stati utili forse, no?".


Il commento degli infermieri Fnopi

La Fnopi, Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche, a sua volta esprime in una nota "disappunto per la mancata approvazione in Parlamento di un emendamento" al Dl liste d'attesa, "presentato da diverse forze politiche, che mirava a salvaguardare il beneficio fiscale previsto" dal decreto "sulle prestazioni aggiuntive. In particolare, l'articolo 7 introduce un'imposta sostitutiva del 15% sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario, i cui benefici vengono vanificati dalla contestuale perdita di altre agevolazioni già in vigore".


Secondo la Fnopi, "l'assetto definito dall'attuale formulazione dell'articolo 7 rischia di rappresentare un deterrente per tutti quei professionisti che, venendo meno l'agevolazione prevista dalla legge di bilancio, preferiscono non accedere alle prestazioni aggiuntive".


REDAZIONE AISI

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