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Pnrr, stato di avanzamento della Missione Salute: ritardi e difficoltà strutturali

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 29 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) continua ad essere oggetto di discussione, con particolare attenzione alla Missione 6, che riguarda la salute. Nonostante alcuni progressi, persistono ritardi strutturali, carenze di personale e governance frammentata, mettendo a rischio il pieno successo del piano. Alcuni obiettivi sono stati posticipati, mentre altri ridimensionati, evidenziando le difficoltà nel raggiungimento delle previsioni iniziali.

Case della Comunità: avviato l’80% dei cantieri

Un punto cruciale della Missione 6 è il potenziamento dell’assistenza territoriale, in particolare con la creazione di 1.350 Case della Comunità, 400 Ospedali di Comunità e 600 Centrali Operative Territoriali (COT). Al 2024:

  • L'80% dei cantieri è stato avviato.

  • 140 interventi strutturali sono stati completati, tra cui Case della Comunità, Ospedali di Comunità e COT.

  • Più di 2 miliardi di euro sono stati già erogati.

Criticità restano legate a ritardi nei cantieri e difficoltà nel completamento delle strutture già costruite, principalmente a causa di carenza di personale medico e infermieristico.


Problemi con le autorizzazioni e disuguaglianze regionali

Le difficoltà incontrate includono autorizzazioni lente, immobili inadeguati e la disuguaglianza regionale, con alcune aree meridionali più indietro rispetto ad altre. Per gli Ospedali di Comunità, l’obiettivo iniziale di 400 strutture è stato ridotto a 304, a causa di problematiche come ristrutturazioni complesse e modelli gestionali non uniformi. Per le COT, l’obiettivo di 480 è stato raggiunto, ma l’implementazione digitale con intelligenza artificiale (AI) è slittata al 2025.


Digitalizzazione e Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE): progressi e diseguaglianze

Sul fronte della sanità digitale, sono stati fatti progressi significativi, in particolare con il potenziamento del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 (FSE), che ha visto una collaborazione tra Ministero della Salute, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e Regioni. Alcuni risultati:

  • L’85% delle Regioni ha attivato il FSE.

  • Si è lavorato per una maggiore interoperabilità tra i sistemi locali.

Tuttavia, permangono disuguaglianze regionali, con alcune realtà ancora indietro nell’adozione degli standard nazionali.


Assistenza domiciliare e telemedicina: sperimentazioni avviate

Entro il 2026, l’obiettivo è estendere l’assistenza domiciliare al 10% degli over 65. Diverse Regioni hanno avviato progetti pilota di telemedicina, riscontrando efficacia nella riduzione degli accessi impropri ai pronto soccorso.


Riforme strutturali: il DM 77/2022 e l’attuazione dei nuovi modelli

Il DM 77/2022, che definisce la nuova architettura dell’assistenza territoriale, sta registrando un’implementazione a macchia di leopardo. L’urgenza di accelerare l’adozione dei nuovi modelli organizzativi è stata sottolineata nella relazione, soprattutto per completare i provvedimenti attuativi ancora mancanti.


Investimenti in grandi apparecchiature e digitalizzazione

Un altro pilastro della Missione 6 riguarda la digitalizzazione e il rinnovamento delle grandi apparecchiature sanitarie. Al 2024:

  • Sono stati stipulati 99 contratti e avviati 65 cantieri, superando gli obiettivi prefissati.

  • L’obiettivo di sostituire oltre 3.100 apparecchiature sanitarie obsolete, fissato inizialmente per dicembre 2024, è stato posticipato a giugno 2026.

Parallelamente, si è registrato un avanzamento significativo nella digitalizzazione dei DEA (Dipartimenti di Emergenza e Accettazione), utilizzando l’80% dei fondi previsti per tale scopo.


Formazione e capitale umano: nuove opportunità per i medici

Il Piano prevede anche un significativo investimento per ridurre l'imbuto formativo in medicina. A questo scopo, sono stati destinati 537,6 milioni di euro per il finanziamento di 4.200 contratti di formazione specialistica. Sono stati già firmati 41 Atti d'Obbligo con gli atenei.


Investimenti nella ricerca e prevenzione

Non meno rilevante è l’investimento per il potenziamento della ricerca biomedica, con oltre 524 milioni di euro destinati a centri d’eccellenza e iniziative per le malattie rare e invalidanti. La ricerca è condotta in sinergia con il Ministero dell'Università e della Ricerca.

Conclusioni e sfide futureNonostante i progressi, la relazione mette in evidenza la necessità di semplificare il processo, rafforzare la governance e attuare interventi mirati per superare le criticità. Senza questi cambiamenti, la riforma rischia di non essere pienamente efficace, con potenziali conseguenze negative per il sistema sanitario e per i cittadini. Il governo e le regioni dovranno impegnarsi ulteriormente per assicurare il successo del piano e garantire risultati concreti.


REDAZIONE AISI

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