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Monitoraggio LEA: scontro tra Regione Lombardia e Ministero della Salute

Immagine del redattore: AISIAISI

La pubblicazione dei dati sul monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ha scatenato un acceso confronto tra la Regione Lombardia e il Ministero della Salute. Nonostante la Lombardia abbia superato la soglia di sufficienza in tutte le macro-aree valutate, ha registrato un arretramento nella graduatoria generale, scivolando al settimo posto.

Questo ha provocato la reazione del presidente regionale, Attilio Fontana, che ha contestato aspramente i criteri di valutazione adottati.


La contestazione della Regione LombardiaFontana ha definito i parametri utilizzati dal Ministero "cervellotici", affermando che non riflettono la reale qualità dell'assistenza sanitaria.


Secondo il governatore, il sistema di valutazione, basato sui codici di diagnosi, avrebbe portato a distorsioni nei punteggi, penalizzando la Lombardia. Ha citato il caso delle schede di dimissione ospedaliera relative ai ricoveri pediatrici per asma e gastroenterite, sottolineando che su oltre un milione di ricoveri annui ne sarebbero state analizzate solo 1.400, con un impatto negativo di 18 punti sulla valutazione complessiva.


Secondo il presidente lombardo, se le osservazioni della Regione fossero state considerate, la Lombardia avrebbe mantenuto il quarto posto o addirittura sarebbe salita in terza posizione. "Sono criteri che non hanno nulla a che vedere con il reale funzionamento della sanità lombarda", ha dichiarato Fontana, manifestando l’intenzione di avviare un confronto con il Ministero per rivedere gli indicatori di valutazione.


La replica del MinisteroIl Ministero della Salute, guidato da Orazio Schillaci, ha risposto con una nota ufficiale, chiarendo che il monitoraggio non rappresenta una classifica, ma è uno strumento per garantire che i cittadini ricevano le prestazioni sanitarie previste. Il dicastero ha ribadito che i dati vengono pubblicati in conformità alla normativa vigente, senza l’intento di penalizzare alcuna Regione.


Le reazioni politicheLo scontro ha generato forti reazioni politiche. La Lega ha difeso Fontana, evidenziando il ruolo della Lombardia nell'attrarre decine di migliaia di pazienti da altre Regioni grazie alla qualità delle sue strutture sanitarie. Dall'altro lato, il Partito Democratico ha criticato la gestione della sanità lombarda, denunciando l'aumento delle liste d'attesa e accusando la giunta regionale di immobilismo. Anche il Movimento 5 Stelle ha attaccato Fontana, ironizzando sulla sua critica a un Ministero guidato da un esponente della stessa maggioranza di governo.


Il confronto tra Regione Lombardia e Ministero della Salute resta aperto. La Lombardia ha dichiarato la volontà di lavorare per una revisione degli indicatori, ritenendoli non adeguati a rappresentare la reale efficienza del suo sistema sanitario. "Vogliamo criteri più aderenti alla realtà", ha concluso Fontana.


REDAZIONE AISI

 
 
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