Agosto 2023
Comunicato Stampa
Per le 'farmacie dei servizi' le regole siano pari alle nostre

Le Associazioni scriventi – AISI, UNINDUSTRIA, CONFAPI SANITÀ E ANISAP LAZIO – intendono evidenziare una problematica che riguarderà l’erogazione dei servizi sanitari.
Ci riferiamo alle iniziative, in corso dal 2009, tendenti ad ampliare i servizi offerti dalle farmacie, progressivamente avvicinandosi ad attività diagnostiche, senza attenzione ai requisiti di professionalità e sicurezza dei pazienti.
La “farmacia di servizi” e le farmacie convenzionate con il SSN “presidi sanitari di prossimità” possono effettuare le vaccinazioni anti-Covid e antinfluenzali, somministrare test diagnostici a tutela della salute pubblica, eseguire prelievi di sangue capillare (per rilevare la presenza anticorpi IgG e IgM), effettuare test ad uso professionale che comportano l’emissione di una diagnosi, impiegare anche a domicilio, infermieri e fisioterapisti. Sono oggetto di sperimentazione i servizi di telemedicina (holter pressorio e cardiaco, ecg, autospirometria) e gli screening per il tumore al colon retto.
Il farmacista titolare e/o il direttore della farmacia è responsabile del coordinamento organizzativo e gestionale di tali servizi e relativi operatori, nonché dell’accertamento dei requisiti professionali di questi ultimi. L’erogazione delle prestazioni non comporta la presa in carico dell’utente da parte delle farmacie e l’attribuzione di competenze che sono proprie, in via esclusiva, degli ambulatori medici, ma offre agli utenti la sola possibilità di rivolgersi alla farmacia per ottenere le prestazioni sanitarie, infermieristiche o gli interventi fisioterapici, previsti dalla prescrizione medica.
La farmacia, quindi, si pone quale “intermediario” tra paziente e professionista, secondo uno schema “commerciale” che, di tutta evidenza, NON tutela i pazienti.
Qual è la competenza del farmacista per valutare i requisiti professionali degli operatori sanitari che dovrebbe coordinare? Il coordinamento “organizzativo” è del tutto insufficiente nei servizi sanitari, che richiedono una supervisione sanitaria capace di intercettare rapidamente le criticità.
Le strutture private di diagnostica e specialistica ambulatoriale, riunite nelle varie Associazioni di categoria, sono più di 5.000 su tutto il territorio nazionale e per le stesse prestazioni previste per le farmacie:
- sono soggette a rigorosi criteri di idoneità e sicurezza di infrastrutture ed impianti
- scontano regole altrettanto severe per l’autorizzazione ad erogare i vari servizi
- necessitano di un medico che eserciti la Direzione Sanitaria e di un medico specialista Responsabile di branca, per ogni area operativa
- sono sottoposte a controlli annuali da parte delle competenti ASL, delle Regioni, dei NAS dell’Arma dei Carabinieri
- sono dotate delle certificazioni di qualità (tra tutte: ISO 9001:2015), rilasciate da organismi di certificazione indipendenti
- per il mantenimento delle autorizzazioni all’esercizio, anche in virtù della c.d. “Legge sulla concorrenza 2021”, necessitano di continui e rilevanti investimenti.
Garantendo sempre collaborazione, il nostro auspicio è quindi che le Istituzioni competenti ripensino e correggano rapidamente il tiro, imponendo che i locali delle farmacie rispettino requisiti igienico-sanitari, tecnologici e strutturali al pari di quelli previsti per le strutture private e autorizzate di diagnostica e specialistica ambulatoriale.
L’unico interesse che va tutelato è sempre la salute e il benessere dei cittadini.
UNINDUSTRIA SEZIONE SANITÀ – Antonio Vallone
CONFAPI SANITÀ – Maria Stella Giorlandino
ANISAP LAZIO – Valter Rufini
AISI – Giovanni Onesti