Diagnosi sbagliate o tardive: un problema che costa miliardi e mette a rischio vite nella sanità mondiale
- AISI
- 30 mar
- Tempo di lettura: 3 min
L’allarme dell’OCSE: il 15% delle diagnosi è errato, ma intervenire è possibile e vantaggioso.

Errori, ritardi, diagnosi mancate: il sistema sanitario globale si trova di fronte a un problema serio e sottovalutato. Secondo un recente rapporto dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), gli errori diagnostici riguardano fino al 15% delle diagnosi nei Paesi membri, causando danni ai pazienti e costi enormi per i bilanci pubblici.
L’indagine, intitolata "The Economics of Diagnostic Safety", evidenzia come la mancata precisione nelle diagnosi pesi per il 17,5% della spesa sanitaria complessiva, incidendo per circa l’1,8% del PIL. Ma c’è una soluzione: migliorare la sicurezza diagnostica non solo ridurrebbe i danni ai pazienti, ma permetterebbe anche di risparmiare centinaia di miliardi di dollari ogni anno.
Quanto costa sbagliare? Un buco nero nei bilanci sanitari
Gli errori diagnostici non sono solo un problema clinico, ma un vero spreco economico. L’OCSE stima che correggere il sistema, riducendo gli errori anche solo della metà, potrebbe far risparmiare fino all’8% della spesa sanitaria annua, pari a circa 676 miliardi di dollari l’anno.
Queste risorse, oggi dissipate in cure inefficaci o dannose, potrebbero essere reinvestite in:
Miglioramento delle tecnologie diagnostiche
Formazione più efficace per i medici
Aumento del personale sanitario
Accesso equo ai servizi sanitari per tutti
Tre tipologie di errore diagnostico
Ma cosa si intende per errore diagnostico? Il rapporto distingue tre scenari principali:
Sovradiagnosi – Quando si identificano malattie che non avrebbero mai dato problemi. Un caso tipico è quello di alcuni tumori scoperti grazie a screening precoci, ma che non avrebbero mai portato sintomi né richiesto cure.
Sottodiagnosi – Quando una patologia viene ignorata o scambiata per un problema minore. Succede spesso con disturbi psichiatrici, malattie rare o condizioni ancora poco conosciute come il Long COVID.
Errore diagnostico – Quando al paziente viene attribuita una malattia sbagliata, con il rischio di terapie inefficaci o addirittura pericolose.
Tra le condizioni più a rischio di errore ci sono: sepsi, tumori a crescita lenta, malattie cardiovascolari nei giovani, sindrome post-virale come il Long COVID.
Disuguaglianze nell’accesso alla diagnosi
Il rapporto sottolinea che non tutti i pazienti hanno le stesse possibilità di ottenere una diagnosi corretta.
Le fasce sociali più deboli hanno meno accesso a specialisti e visite approfondite, aumentando il rischio di sottodiagnosi.Chi può permettersi più esami rischia invece il fenomeno opposto: una sovradiagnosi eccessiva, dovuta anche a un sistema sanitario sempre più orientato alla medicina difensiva.
Le cause: un sistema sotto pressione
Dietro agli errori diagnostici ci sono fattori strutturali che colpiscono tutti i sistemi sanitari:
Carenza di personale e tempi di visita ridotti
Frammentazione dell’assistenza sanitaria
Formazione ancora troppo incentrata sulla malattia e poco sul paziente
Mancanza di strumenti per individuare e correggere gli errori in tempo
Come intervenire? Le proposte dell’OCSE
L’OCSE propone diverse strategie per migliorare la sicurezza diagnostica, coinvolgendo governi, ospedali e pazienti:
Migliorare la formazione clinica – Inserire il tema dell’errore nel percorso di aggiornamento dei medici.
Coinvolgere i pazienti – Renderli più consapevoli dei rischi di diagnosi errate o inutili.
Sfruttare le tecnologie digitali – Usare intelligenza artificiale e strumenti avanzati per supportare i medici, ma con validazioni rigorose.
Definire linee guida nazionali – Per uniformare la lettura dei test e la comunicazione delle diagnosi.
Creare sistemi di raccolta dati integrati – Monitorare costantemente la qualità delle diagnosi a livello nazionale.
Un problema che riguarda anche l’Italia
Anche il Servizio Sanitario Nazionale deve affrontare il problema della sicurezza diagnostica. Con medici sotto pressione, carenza di personale e tempi di visita sempre più ridotti, il rischio di errori aumenta.
Possibili soluzioni per l’Italia includono:
Più tempo per i medici di base per i colloqui con i pazienti
Rafforzare l’assistenza territoriale per evitare frammentazione delle cure
Valorizzare il ruolo della medicina generale per una diagnosi più tempestiva
Come sottolinea il rapporto, non si tratta solo di ridurre gli errori, ma di costruire un sistema che renda più difficile sbagliare.
"Investire nella sicurezza diagnostica – conclude l’OCSE – significa salvare vite, migliorare l’assistenza e rendere i sistemi sanitari più sostenibili".
REDAZIONE AISI